Implantologia a Carico Differito

Implantologia a Carico Differito

Per implantologia dentale si intende quell'insieme di tecniche chirurgiche atte a riabilitare funzionalmente un paziente parzialmente o completamente edentulo mediante l'utilizzo di impianti dentali, ovverosia elementi metallici inseriti chirurgicamente nell'osso mandibolare o mascellare, atti a loro volta a permettere la connessione di protesi, fisse o mobili, per la restituzione della funzione masticatoria.
Gli impianti possono essere di diverse forme.
I più utilizzati sono quelli a vite di tipo endosseo, nella maggioranza dei casi lasciati sommersi sotto la gengiva per un determinato periodo di tempo dopo l’inserimento e solo successivamente funzionalizzati.
Attualmente gli impianti sono quasi tutti realizzati in titanio.
Il 1977 rappresenta un anno particolare per l’Implantologia orale: è infatti l’anno della nuova teoria di Branemark, enunciata molto tempo dopo la comparsa delle viti autofilettanti, delle lame e degli altri impianti di prima generazione.
Secondo tale teoria, ai fini della corretta riuscita dell’intervento, sarebbe indispensabile la cosiddetta “osteointegrazione”.
Con tale termine il ricercatore svedese volle definire il contatto stretto e diretto tra superficie dell’impianto e tessuto osseo vitale senza interposizione di tessuto connettivale.
Tale integrazione, secondo l’autore, sarebbe possibile esclusivamente a patto che l’impianto non venga sottoposto subito al carico masticatorio, ma solo dopo 4-6 mesi.
Gli impianti utilizzati nella ricerca bifasica sono costituiti da due componenti:
1) La fixture, che rappresenta la posizione endossea, inserita in un primo intervento chirurgico previa maschiatura dell’osso e lasciata in quiete funzionale per un periodo di 4-6 mesi; nella maggioranza dei casi si tratta di una vite, peraltro molto diversa da quella usata nel carico immediato, perché non è autofilettante, è senza punta, ha spire molto più piccole e diametro di nocciolo maggiore.
2) L’abutment, o moncone emergente, avvitato alla fixture per dare sostegno alla protesi dopo il suddetto periodo di quiete.
Dopo i passaggi descritti gli impianti vengono completati con la protesi e funzionalizzati.
Il fondamento della tecnica bifasica è dunque l’intervallo di alcuni mesi tra il posizionamento dell’impianto nell’osso e il caricamento dello stesso.
Nello Studio Moglioni l’implantologia a carico differito viene praticata quando, per le caratteristiche del substrato osseo e altri parametri, non è possibile attuare la tecnica a carico immediato.