Implantologia a Carico Immediato

Implantologia a Carico Immediato

Poco dopo la prima guerra mondiale le notizie sugli studi di alcuni autori d’oltreoceano (Strock fra tutti), basati sull’inclusione ossea di elementi metallici atti a sostenere protesi, portarono in Europa un susseguirsi di ricerche in tal senso con l’uso dei materiali più vari, che culminarono nelle prime viti utilizzate dallo svedese Dahl, ma anche e soprattutto negli impianti a spirale ideati e posizionati a partire dagli anni ’40 da Formiggini, con risultati favorevoli.
Successivamente, negli anni ’60 comparvero gli aghi Scialom e le lame in titanio dell’americano Linkow, tutti a carico immediato.
Questi presidi erano caratterizzati da semplicità e notevole efficacia e ancora oggi sono talvolta usati in chirurgia orale impianti ad ago e a lama, ovviamente modificati e aggiornati rispetto a quelli di oltre 40 anni fa.
La tecnica del carico immediato è stata quindi sempre e costantemente perfezionata.
Fu introdotto il titanio, si studiarono le forme e le procedure e presto arrivarono le alte percentuali di successo.
La diffusione avvenne a partire dagli anni ’60, per merito di una generazione di implantologi, molti dei quali italiani, che possiamo inserire a pieno titolo tra i padri dell’Implantologia: parliamo di Muratori e subito dopo di Pierazzini, Tramonte, Garbaccio, Pasqualini e altri, che portarono l’implantologia dell’empirismo alla scienza.
Il presupposto è sempre lo stesso e cioè l’immediato caricamento funzionale di impianti a struttura unica che emergono dal bordo aveolare al fine di sostenere le protesi cementate nella stessa seduta dell’intervento chirurgico. E’ noto infatti che la riparazione del tessuto osseo è favorita dalla ripresa della regolare attività funzionale, che nel cavo orale è rappresentata dall’azione dei muscoli masticatori, degluditori e della lingua. In linea di massima il principio è simile a quello dell’anca e di altri segmenti osteoarticolari, ove sono previsti movimenti passivi e attivi sin dal primo giorno dopo l’intervento, e immediatamente dopo il carico controllato, nel rispetto delle leggi, valide tuttora, enunciate da Roux e Wolff nel 1892, secondo le quali è la funzione a stimolare e a modellare l’osso.
Esiste però un inconveniente: l’attività funzionale può causare micromovimenti implantari che talora ostacolano la corretta guarigione dell’osso intorno agli impianti. Ciò impone uno scrupoloso studio diagnostico, preimplantare, che definisca le indicazioni all’applicazione della metodica a carico immediato.
Nello Studio Moglioni vengono rispettate le linee guida implantoprotesiche volte al raggiungimento della stabilità primaria e secondaria degli impianti, presupposto fondamentale per la guarigione ossea perimplantare a lungo termine. Lo studio radiografico dei siti chirurgici, con l’analisi quantitativa e qualitativa del substrato osseo, rappresentano il primo step, fondamentale per una diagnosi precisa e una conseguente pianificazione chirurgica ottimale.
Per il carico immediato, lo Studio Moglioni utilizza impianti certificati, a struttura unica, denominati “monostrutturali emergenti”. Questi presidi, grazie alla loro morfologia, sono gli unici che permettono di sfruttare particolari recessi ossei come il pilastro canino, il tuber, il processo pterigoideo, la zona pericanalare : tutte importanti risorse chirurgiche nei pazienti con atrofia del mascellare o della mandibola, come ad esempio negli anziani.

Alcuni casi Clinici di Implantologia a Carico Immediato